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Le Opere

Le Opere di Torquato Tasso

Il Rinaldo (1562) dà inizio alla storia della poesia del Tasso: si tratta di un romanzo cavalleresco che racconta la gioventù di uno dei dodici paladini di Francia, un'opera non originale ma comunque tecnicamente ineccepibile.

Le Rime sono invece poco meno di duemila liriche amorose in cui è forte l'influsso della poesia del Petrarca, encomiastiche (cariche di toni solenni poichè dedicate alle famiglie signorili che assunsero un peso rilevante nel corso della sua esistenza), religiose (cupe perchè composte negli ultimi anni di vita) e infine morali.

Nel 1573 venne compiuta la Aminta, risultato di un intenso momento di serenità, favola pastorale nella quale ogni canto termina con un lieto fine. La trama, piuttosto semplice e priva di drammatici svolgimenti, tratta l'amore di un pastore per la ninfa Silvia.

Dopo essere stato liberato dall'ospedale di Sant'Anna in cui venne rinchiuso nel 1579, Torquato Tasso riprese la scrittura di una tragedia abbandonata al secondo atto nel 1573 che avrebbe dovuto intitolarsi Galealto re di Norvegia. Tasso, completata l'opera, decise di cambiarne il titolo in Re Torrismondo prendendo spunto dal nome di uno dei personaggi.

Questa tragedia, che anticipa le tragedie barocche, rivela la curiosità dell'autore nei confronti delle leggende nordiche. Ma Tasso è celebre per la Gerusalemme liberata, il poema epico che vede protagonista il condottiero Goffredo di Buglione durante la prima crociata.

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